Nel weekend del 12 e 13 ottobre 2024 si è tenuto a Forni di Sopra il 60° Convegno delle Alpi Giulie, che da alcuni anni ha preso la denominazione di Forum Julius Kugy, in cui i Club Alpini del Friuli Venezia Giulia, della Carinzia e della Slovenia si incontrano annualmente per affrontare tematiche di interesse comune tra le tre nazioni. La parte congressuale si è tenuta nel pomeriggio del sabato presso la “Ciasa dai Fornes”, il bel teatro del paese dolomitico, nel quale si sono trovati oltre sessanta rappresentanti dei tre paesi per portare la testimonianza delle proprie esperienze e condividere alcune proposte per il futuro.
A dare inizio ai lavori è stato Giovanni Duratti, presidente del Gruppo regionale FVG del CAI, che ha dato il suo benvenuto ai presenti, per poi passare la parola per i saluti istituzionali da parte del presidente della sezione di Forni di Sopra Antoniacomi, del sindaco Coradazzi, del vicepresidente nazionale Manlio Pellizon e dei presidenti dei Club Alpini sloveno Jože Rovan e austriaco Werner Radl.
Quest’ultimo ha quindi dato inizio alla parte propriamente convegnistica, affrontando in particolare il tema del sentiero Julius Kugy, un cammino ad anello lungo 720 km e con circa 45000 m di dislivello che tocca i tre paesi e che si propone di offrire una nuova opportunità al turismo lento. Sono state esposte alcune criticità legate alla lunghezza e difficoltà delle trenta tappe inizialmente ipotizzate, nonché alla necessità di avere a disposizione online delle pagine almeno nelle tre lingue nazionali.
È stata inoltre ricordata l’inaugurazione del Monumento alla Pace svoltasi il 29 giugno nei pressi del lago Volaia, al confine tra Italia ed Austria. È quindi salito sul palco Miro Eržen per illustrare le possibilità offerte al turismo di montagna da parte dei Villaggi degli Alpinisti, ovvero dei paesi e dei borghi in cui lo scopo è quello di realizzare un modello di turismo equilibrato e sostenibile, conforme ai protocolli della Convenzione delle Alpi, basato non sul turismo di massa e sulle grandi infrastrutture turistiche, ma sulle tradizioni montane, puntando sulla conservazione dell’habitat, dell’architettura tipica dei luoghi e delle attività agricole, che sono tra i fattori più importanti per il mantenimento dei paesaggi montani.
È stato quindi il momento delle relazioni sugli Alpe Adria Alpin, i campi giovanili internazionali, in cui per alcuni giorni i ragazzi dei tre paesi condividono momenti di amicizia immersi nell’ambiente montano, imparando così a conoscerlo e ad amarlo. Hanno portato la loro esperienza Fabio Del Fabbro, che ha anche ricordato i fondatori di questa splendida iniziativa, Tim Peternel e Sophie Moser. Questi ultimi hanno vissuto i campi internazionali dalla parte dei ragazzi ed ora, che sono tra i responsabili e gli organizzatori, vogliono continuare a far crescere quella che per loro è ormai diventata una missione, rafforzando i legami tra le regioni, promuovendo l'amicizia e la collaborazione e preservando quell’importante patrimonio alpinistico.
È quindi intervenuto Giovanni Cozzarini, presidente della Commissione Giulio Carnica Sentieri, che, riprendendo il tema del Julius Kugy Alpin Trail, ha presentato alcuni esempi di problematiche riscontrate nella cartellonistica delle zone di confine e sulla coerenza tra le tracce gps scaricabili dal sito e quelle ufficiali. È stata quindi proposta una maggiore collaborazione tra le tre regioni, individuando dei referenti che possano gestire e riferire agli altri gruppi e verso l’esterno sulle problematiche riscontrabili sulla rete sentieristica.
L’intervento conclusivo è stato presentato da Maurizio Quaglia, che, nel celebrare il 60° anniversario del convegno, ha ricordato i fondatori e le motivazioni che hanno dato inizio a questi incontri: argomenti molto pratici, quali l’attraversamento dei confini da parte degli alpinisti, e che hanno portato a soluzioni in anticipo rispetto all’evoluzione politica dell’Europa. Con il passare degli anni, gli argomenti trattati sono cambiati, seguendo le esigenze e le sensibilità che via via si sono sviluppate nei confronti del territorio montano. L’auspicio è che si continui il dibattito e si promuova il confronto sulla cultura alpina, in continua ricerca di equilibrio tra conservazione e innovazione, tra preservazione delle radici storiche e adattamento ai cambiamenti del mondo moderno.
Dal convengo è quindi emersa la necessità di continuare ed aumentare la collaborazione tra le tre regioni, unendo gli sforzi per far crescere i progetti avviati e poter presentare nuove idee ed iniziative così da poter essere in grado di affrontare le nuove sfide che si presentano davanti a noi. È stata da tutti sottolineata l’importanza della continuità tra il passato, il presente ed il futuro, rappresentati dalle tre generazioni che hanno partecipato al convegno. Per suggellare l’evento stati conferiti degli attestati di riconoscimento a tre dei partecipanti storici che hanno contribuito a mantenere attivo il convegno: France Benedik, Paolo Geotti e Klaus Kummerer.
Terminata la parte convegnistica, i partecipanti hanno proseguito con la cena, in vista dell’escursione di domenica 13 ottobre, durante la quale i partecipanti hanno raggiunto il rifugio Giaf ed hanno ammirato le dolomiti friulane nella loro prima veste autunnale.